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La classe difficile
L'incredibile chance di adulti e bambini di apprendere e vivere insieme

"Per fortuna non insegno in quella classe..." dice con espressione di sollievo una maestra che passa davanti "a quella classe", dalla quale immancabilmente si sente vociare, litigare e gridare. Ogni scuola ne ha una e tutti lo sanno. I genitori fanno a gara per "non iscrivere lì" i propri figli...quello non è un posto che si addice a loro... Quello che invece non si sa è che è proprio quella la classe in cui si apprende di più. Essa è quella in cui il maggior numero di persone è toccato dalla complessità dell'apprendimento.

L'apprendimento coinvolge la mente dell'essere umano. I processi mentali intellettivi e cognitivi sono caratterizzati dalla complessità e singolarità dei processi mentali, delle variabili personali nel lavoro apprenditivo e conoscitivo, delle potenzialità cognitive, della pluralità di modi e di stili, delle connessioni alla cultura, ai contesti e alle specifiche situazioni o compiti. La loro natura è qualitativa, possibile e reticolare ( " Didattica e stili cognitivi" di Catia Giaconi). Apprendere e conoscere sono due momenti ben distinti l'uno dall'altro, ma avvengono integrando le emozioni, il contesto, la cultura e la storia. Le teorie pluralistiche dell'intelligenza, le teorie degli stili cognitivi e la concezione poliedrica della personalità si inseriscono in questo contesto e ci aprono davanti agli occhi uno scenario complesso e plurale che vedremo emergere dall'esempio che segue.

  Il ruolo della pedagogista in questo contesto è quello di strutturare le risposte alle richieste emotive di contenimento e di attivazione dei processi metacognitivi nei bambini. Qui sotto ecco la lista dei metodi attuabili per realizzare e sostenere il processo di apprendimento di tutto il gruppo partecipe al contesto.

L'intervento sul gruppo classe, sul gruppo insegnanti e sui genitori consiste nel :

•  Osservazione delle dinamiche in classe e compilazione di un sociogramma

•  Compilazione con i bambini stessi di un loro personale libretto delle competenze, nel quale vengono raccolti testi sulle loro emozioni in classe, verso i compagni, i docenti e le loro valutazioni su se stessi, sia emozionali che legate alle competenze cognitive

•  Supervisione al team insegnante per affrontare i problemi al suo interno, con colloqui singoli di sostegno pedagogico

•  Sostegno al gruppo insegnante con metodi che li portino a gestire attivamente la dinamica di gruppo

•  Sostegno al gruppo insegnante ed introduzione agli stili cognitivi secondo il modello proposto da Catia Giaconi

•  Partecipazione a due riunioni con i genitori. Il ruolo della pedagogista consiste nell'introdurre i genitori alla fase di sviluppo emozionale nella quale si trovavano i loro bambini e nel sostenere la loro accettazione dei molti stati emotivi di difficile gestione degli alunni.

Gli obbiettivi degli interventi sono:

•  rinforzare l'autonomia e l'autocontrollo dei bambini rispetto alle situazioni in cui sono stati coinvolti nel corso dell'anno scolastico;

•  rinforzare un clima di confronto e cooperazione autentico all'interno del team docente;

•  rinforzare la capacità di osservazione e di gestione delle dinamiche in classe;

•  aumentare le competenze didattiche degli insegnanti;

•  sostenere un rapporto di dialogo tra genitori ed insegnanti teso a contenere, gestire ed educare emozionalmente i bambini.

Questi interventi possono venire condotti attraverso questi metodi :

•  L'osservazione in classe viene condotta dalla prospettiva "al di sopra del gruppo": durante l'osservazione si registrano il tipo di interazioni che intercorrono nella classe. Quindi si elabora un sociogramma dei rapporti tra i bambini. I nomi dei bambini vengono disposti in cerchio su di un grande foglio, si sceglie un colore diverso per le emozioni paura e rabbia e un'altro per cooperazione ed amicizia.

•  È ovvio che i bambini stessi si sentono a disagio nel clima teso che regna in classe. È opportuno far verbalizzare loro il disagio, attraverso un incontro nel quale possono esprimersi su ciò che gli procura piacere o disagio in classe. Su cartellini di colore diverso i bambini scrivono le loro esperienze, a seconda se esse hanno procurato loro rabbia, paura, voglia di fare e piacere a stare con gli altri. Da questo lavoro con la rabbia e la paura tutto il gruppo classe stila poi una serie di regole che devono valere per tutti e della cui osservanza gli insegnanti sono garanti. Ecco un esempio: la prima attività di elaborazione della classe difficile di cui sopra riguarda la differenza tra rabbia ed energia. La prima sessione la conduce la pedagogista insieme alle insegnanti, la seconda viene condotta dalle insegnanti dell'area logico-matematica e di lettere in compresenza. Su cartoncini rossi ogni bambino scrive cosa gli fa più rabbia di ciò che succede in classe, come reagisce quando si arrabbia e cosa gli da fastidio delle reazioni degli altri. Il cartoncino rosso con le informazioni sulla rabbia viene messo da parte. Due giorni dopo le altre insegnanti riprendono i cartoncini rossi e partendo da cosa dà fastidio ai bambini, consegnano loro i cartellini gialli, e li esortano a scrivere cosa ognuno di loro vuole fare per migliorare il clima della classe. Il giallo serve a dimostrare l'energia con cui la classe intera vuole impegnarsi a stare meglio assieme. È importante che la pedagogista avvii il lavoro, ma poi sappia ritornare dietro le quinte per non delegittimare le insegnanti e non porsi in rivalità con loro

•  Per accogliere e rispondere alle espressioni di voglia di fare e capacità di cooperazione dei bambini si introduce e comincia l'elaborazione del libretto personale delle competenze dei bambini. I bambini ricevono un foglio protocollo, con la consegna di decorarlo con questo titolo ed il loro nome. La seconda consegna: i bambini possono se vogliono far vedere cosa hanno scritto, ma se non lo desiderano, possono tenerlo anche per sé e parlarne separatamente con gli insegnanti. È importante aiutare l'insegnante a lasciare tempo al bambino di prendere il coraggio di parlarle, per confidare una propria incomprensione personale o delle aspettative (molto spesso reciproche!).

•  I colloqui singoli tra la pedagogista e le insegnanti sono necessari laddove nel team ci siano dinamiche di agiti dei singoli che vanno a inficiare il rapporto della singola insegnante con la classe oppure con alcuni dei suoi membri oppure i rapporti delle insegnanti tra loro. Servono a chiarire le posizioni e scoprire insieme dinamiche distruttive e ansiogene di comportamento.

•  La supervisione a tutto il gruppo insegnanti può cominciare, previa una riunione di mediazione, tra chi è coinvolto in dinamiche ostacolanti la cooperazione in team. Qui è importante che la pedagogista lavori per ottenere il consenso comune di tutto il team docente sulla necessità di offrire alla classe una leadership educativa composta da accoglienza e risposta nel rispetto dell'individualità del singolo docente, con i suoi valori, back-ground professionale etc...

•    Successivamente per aiutare le figure insegnanti nella gestione di una situazione particolarmente difficile si lavora in gruppo ad una scheda che esamina le seguenti variabili:
Bambino/Evento/Cosa penso/Cosa sento/Come agisco. Questo lavoro, che dura due sedute e viene eseguito in gruppo su casi particolarmente ambivalenti, rende chiare a tutti le/gli insegnanti la dinamica che si instaura tra loro ed il bambino in questione e fa scoprire loro anche le diversità di percezione tra gli uni e gli altri, allargando così il loro orizzonte emozionale sul singolo alunno ed ,in alcuni casi mettendo in luce aspetti del suo carattere non ancora visti e valorizzati, rasserenando oppure rendendo più complessa la relazione, ma soprattutto valorizzando lo sforzo autentico di tutto il team docente in quel momento impegnato nella costituzione di una relazione

•  educativa emozionalmente autentica ed accettante del confronto richiesto da alcuni alunni in situazioni emotive critiche.

•  Si procede quindi ad un'ulteriore incontro con i bambini e le insegnanti in classe e si propone ai bambini di compilare schede autovalutative delle loro prestazioni nelle aree logico-matematica, lingua straniera, religione e linguistica. Si chiede ai bambini in parole semplici una valutazione del loro rapporto emozionale con gli/le insegnanti. A seguito di questa attività alcuni bambini possono avere brevi colloqui a tu per tu con le insegnanti. Da quel momento in poi le insegnanti sono più coinvolte in un dialogo emozionale attivo ed in una relazione reciproca con diversi singoli. Lo scambio su queste esperienze si intensifica ed il team si consiglia. Le insegnanti possono scegliere di adottare di propria scelta una diario di classe, nel quale annotano conflitti, successi e difficoltà con singoli alunni. Di ora in ora tutto il team è al corrente di cosa avviene nella classe e accoglie la classe, contenendone le ondate emozionali. La classe collabora attivamente a queste sessioni, esprime energicamente il desiderio di cambiare qualcosa nel modo di stare insieme. Il successo di questo tipo di intervento sta nell'apertura dell'adulto al desiderio del bambino, non solo assecondandolo, ma ascoltandolo e rispondendogli con serietà: per esempio dicendo anche quello che come insegnante egli o ella non sarà in grado di realizzare o accettare dal bambino, ponendo quindi limiti autentici, che il bambino possa riconoscere.

 

•  Presentazione di un questionario di indagine sugli stili cognitivi degli alunni sulle attività di apprendimento predilette dai singoli. Realizzazione guidata di una valutazione degli stili cognitivi predominanti degli alunni e incitamento a supportare i bambini ,che esprimono chiaramente il desiderio di approfondire alcune attività. Durante le lezioni poi le insegnanti possono verbalizzare e segnalare ai bambini che l'attività che segue riguarda una loro particolare capacità, rinforzando i singoli nella propria motivazione oppure sostenendoli quando si troveranno davanti compiti in cui vengono fuori i loro punti deboli

•  Partecipazione alle riunioni con i genitori con ruolo esplicativo del mondo emozionale vissuto in classe e richiesta di cooperazione là dove necessario a contenere forti emozioni di eventuale rabbia o abbandono.

Questo il lavoro realizzato in "una classe difficile".

L'esperienza ci ha mostrato che questo modo di procedere ha scongiurato il collassare del gruppo classe in demotivazione e rassegnazione. Al contrario questo percorso ha significato un anno di crescita per tutti i bambini ed i loro insegnanti. Le insegnanti hanno riflesso ai genitori uno spirito curioso ed attento ai bisogni dei loro figli, cosa che ha suscitato sia ringraziamenti ma anche dubbi e ripensamenti in adulti abituati a vedere la scuola come il tribunale della riuscita della propria educazione. Alcuni silenzi genitoriali hanno lasciato addirittura trasparire stupore per lo sviluppo percorso da tutto il gruppo (alunni ed insegnanti).

 

Uniped
 
 

 

Specialisti disturbi dell'apprendimento Vimodrone (Mi)

 

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